23 novembre: Coordinamento Migranti in piazza contro la violenza maschile sulle donne!

Il 23 novembre a Roma ci sarà la Manifestazione contro la violenza maschile sulle donne chiamata da Non Una di Meno. Le donne migranti sanno bene che quella violenza ha molte facce: quella di mariti violenti, di compagni che picchiano, quella degli stupri e delle torture sui fronti di guerra e nei campi libici; la violenza del razzismo istituzionale e quella di un governo che dichiara una discontinuità, ma che non ha nessuna intenzione di ritirare i decreti sicurezza, né gli accordi con la Libia, né tanto meno la legge Bossi-Fini, con cui ci impone lo sfruttamento sul lavoro. donne migrwntiNon c’è più tempo di aspettare l’ipocrisia istituzionale, non è più possibile sopportare la violenza di un sistema di accoglienza che in cambio di pochi e mal funzionanti servizi chiede alle donne e a tutti i migranti di abbassare la testa e accettare in silenzio ogni forma di sfruttamento.

La giornata contro la violenza maschile sulle donne è quindi anche la giornata della nostra lotta. Noi sappiamo come funziona il legame tra la violenza maschile, la violenza razzista e quella dello sfruttamento. Conosciamo la condizione delle “badanti” che lavorano 24 ore su 24, 7 giorni su 7, con salari indegni e senza garanzie per raggiungere il reddito che permetta loro di rinnovare il permesso di soggiorno. Conosciamo la lotta di chi, per arrivare in Europa, ha sfidato i confini degli Stati, delle famiglie e delle comunità. Sappiamo che cosa significa per molte donne non poter denunciare un marito violento perché il diritto di restare in Italia dipende dal suo permesso di soggiorno. Sappiamo che perdere il lavoro e il permesso di soggiorno può significare perdere l’affidamento dei figli. Per questo la richiesta di un permesso di soggiorno europeo slegato dal lavoro e dai rapporti familiari è per noi tanto urgente e necessaria, per questo il ritiro della Legge Bossi-Fini e dei decreti sicurezza non è soltanto parte della lotta contro il razzismo e lo sfruttamento, ma anche della battaglia contro la violenza maschile sulle donne che il 23 novembre saranno in piazza insieme per rifiutarla.