Il 1 luglio scendiamo in piazza in tutto il mondo contro la violenza patriarcale!

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Il 1 luglio la Turchia uscirà dalla Convenzione di Istanbul, una legge internazionale che impegna gli stati che la firmano ad agire contro la violenza maschile e domestica e che prevede anche il divieto dei matrimoni combinati – come quello che ha rifiutato Saman Abbas pagando il suo desiderio di libertà con la vita – e il riconoscimento dell’asilo politico per chi la subisce.
L’uscita dalla Convenzione è un chiaro attacco alle donne e persone LGBTQI, non solo in Turchia, ma in tutto il mondo. Significa affermare che gli uomini possono usare la violenza contro le donne che non vogliono rimanere obbedienti e in silenzio, come accade a ognuna di noi in tutti i luoghi che attraversa, in famiglia e a lavoro.
Come Assemblea donne del Coordinamento migranti sappiamo che ribellarsi alla violenza per le migranti è ancora più difficile.
In Italia e in molti paesi europei il nostro permesso di soggiorno è legato a quello di mariti, padri e fratelli in caso di ricongiungimento familiare. Se invece il permesso è legato al lavoro, per non perderlo dobbiamo sopportare le molestie dei padroni e i salari più bassi che ci costringono a fare più lavori e ci spingono verso la povertà. In Italia, come in Turchia, la pandemia è stata la scusa per affermare con ancora più forza il razzismo e lo sfruttamento, in particolare delle donne e del loro lavoro “essenziale” in casa e fuori.
Ovunque ci troviamo a sfidare e a opporci alla violenza maschile e a chi vuole dirci come dovremmo essere e cosa dovremmo fare per vivere. Per questo noi lottiamo assieme alle nostre compagne in Turchia e in ogni parte del mondo contro questa violenza. Lottiamo accanto alle nostre compagne palestinesi che sono scese in piazza contro la violenza dell’occupazione e per la libertà. Nessun uomo e nessun governo ci può dire come comportarci o dove vivere, nessun datore di lavoro o familiare ci può dire cosa possiamo o non possiamo fare!
Per questo il 1 luglio saremo in piazza a Bologna, nella mobilitazione organizzata da Non Una Di Meno e insieme a molte altre città nel mondo. La libertà delle donne non si ritira!

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