È passato un anno dal 13 dicembre 2011, quando a Firenze un militante di Casa Pound ha ucciso a colpi di pistola Samb Madou e Diop Mor, ferendo altri tre migranti senegalesi. Con la comunità senegalese di Bologna e assieme a migliaia di migranti in tutta Italia, un anno fa siamo scesi in piazza per urlare la nostra rabbia e il nostro dolore di fronte a quel delitto efferato, il risultato più violento e tragico della follia sistematica che la legge Bossi-Fini quotidianamente produce e riproduce nella forma del razzismo istituzionale.
Oggi ricordiamo Samb Madou, Diop Mor e le vittime di quella violenza perché il dolore e la rabbia per quanto accaduto sono ancora vivi, come vivo è quel regime di ricatto e sfruttamento che considera i migranti come oggetti da usare e poi «eliminare» quando non siano più necessari, o da indicare come i «colpevoli» di una crisi che colpisce tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici, senza chiedere il permesso.
Oggi la crisi economica e il razzismo istituzionale continuano a essere alleati: mentre molti perdono il permesso di soggiorno e vedono le proprie famiglie dividersi, gruppi apertamente razzisti quando non dichiaratamente fascisti si sentono tutelati, liberi di muoversi, e ottengono sedi per riunirsi e agibilità politica. Per questo, ricordando Samb Madou e Diop Mor a un anno dalla loro morte, vogliamo dire con la stessa rabbia e lo stesso dolore che, per loro e per tutti i migranti e le migranti, è ora di farla finita con la Bossi/Fini, il razzismo, lo sfruttamento e l’odio che essa quotidianamente produce.
Coordinamento Migranti Bologna e Provincia
Associazione senegalese Cheikh Anta Diop, Bologna
ALMI, Associazione lavoratori marocchini in Italia