Dalla parte delle donne: il nostro 8 marzo contro il razzismo, la violenza e per lo sciopero globale

Foto di Michele Lapini

L’8 marzo ci troverete in piazza per lo sciopero globale, nel movimento che lotta contro la violenza maschile sulle donne. In movimento ci siamo da tempo e lo sciopero è il nostro posto, l’unico in cui forniamo volentieri le nostre generalità: siamo le donne e gli uomini migranti in lotta per la libertà di movimento, per spezzare il comando sulla nostra mobilità, sulla nostra vita e sulla nostra libertà. Vediamo nell’appello di Non Una di Meno la possibilità di dare una dimensione collettiva e di massa alla lotta quotidiana contro lo sfruttamento del lavoro migrante prodotto dai confini e dai permessi di soggiorno, contro il razzismo democratico e quello squadrista, per un permesso di soggiorno europeo senza condizioni e per essere libere e liberi di muoverci e di restare.

L’8 marzo saremo di nuovo in piazza perché questo sciopero globale possa lasciare ancora il suo segno, perché oggi è ancora più necessario e impellente scioperare contro il razzismo istituzionale che ha preteso di ridurre la nostra libertà a merce di scambio per la campagna elettorale. Accusano gli uomini migranti di essere una minaccia per le donne, e intanto le donne migranti nel loro percorso attraverso i confini subiscono ogni violenza. Condannano i fatti di Macerata, e intanto negano il permesso di soggiorno anche alle donne violentate e torturate in Libia, perché concederlo significherebbe riconoscere la complicità del governo italiano. Dicono che rubiamo il lavoro, e intanto ci obbligano ad accettare lo sfruttamento più intenso e le molestie sul luogo di lavoro per riuscire a rinnovare il permesso di soggiorno. Il confine del permesso di soggiorno rende pienamente disponibile non solo il nostro lavoro, ma anche i nostri corpi. Che siano operaie della logistica, lavoratrici di cura o badanti dell’est-Europa, richiedenti asilo o giovani studentesse nere poco cambia: la libertà delle donne migranti è fatta dipendere da un pezzo di carta che diventa un ricatto sulla loro vita. Il razzismo istituzionale sostiene e intensifica la violenza a cui le donne sono sottoposte e le espone ancor più alla violenza maschile.

Per questo la lotta delle migranti e dei migranti è quella di Non Una di Meno! Per questo lo sciopero globale delle donne è l’occasione per scegliere da che parte stare. L’8 marzo scendiamo in piazza insieme alle donne e uomini che non ci chiedono di avere i documenti in regola, che rifiutano la violenza maschile sulle donne e sanno che essa non ha colore, né religione né nazionalità, ma si riproduce su ogni confine. Lo sciopero globale delle donne esprime la nostra rabbia migrante e insubordinata di fronte a chi pensa di poterci fermare.

Libere di muoverci, libere di restare!

#wetogether #iosciopero

Ci vediamo in piazza.