Il nostro terreno di lotta: un permesso di soggiorno europeo incondizionato e illimitato

Di seguito la traduzione italiana del nostro contributo al Journal pubblicato dal Transnational Migrants Coordination (TMC) in vista della giornata di lotta transnazionale delle e dei migranti. Se la pandemia ha sospeso la vita quotidiana, di certo non si può dire lo stesso per il razzismo. Durante il lockdown il lavoro migrante è divenuto essenziale, ma le vite dei migranti sono rimaste sacrificabili. Per questo, le donne e gli uomini migranti a Bologna e non solo ogni giorno lottano contro il razzismo, lo sfruttamento e per la libertà di movimento. Per questo il 17 Ottobre faremo in modo che sia una grande giornata di lotta per un permesso di soggiorno europeo incondizionato e illimitato!

 

La lotta di donne e uomini migranti e richiedenti asilo in Italia viene combattuta tutti i giorni a partire dalle loro condizioni di vita materiali. Coordinamento Migranti Bologna, collettivo composto da donne e uomini migranti, richiedenti asilo e nativi, ha cominciato la sua lotta contro lo sfruttamento circa 20 anni fa. Durante questo percorso, come Coordinamento Migranti abbiamo creato nuovi terreni di lotta. Abbiamo lottato apertamente contro il razzismo istituzionale nei centri di accoglienza, nei campi profughi e nei luoghi di lavoro. Abbiamo contestato il permesso di soggiorno come strumento politico del razzismo istituzionale. Essendo legato al contratto di lavoro, al salario, al reddito, allo studio o al ricongiungimento familiare, il permesso di soggiorno limita la libertà di circolazione delle e dei migranti e richiedenti asilo e, in generale, limita il loro l’accesso ai diritti fondamentali. L’emergenza Covid-19 ha mostrato inoltre quanto sia urgente la lotta per il permesso di soggiorno, indispensabile per avere accesso al sistema sanitario.

La pandemia ha sospeso la vita quotidiana ma non il razzismo istituzionale, quindi non possiamo smettere di combatterlo. Abbiamo combattuto prima, durante e dopo la pandemia. Siamo scesi in strada a Bologna il 30 maggio e il 20 giugno, subito dopo la fine del lockdown in Italia, e torneremo a scendere in strada il 17 ottobre all’interno di un’organizzazione transnazionale. Sappiamo che donne e uomini migranti e richiedenti asilo vivono gli stessi problemi in tutta Europa e non solo. Ecco perché siamo dentro il Transnational Migrants Coordination. Come Coordinamento Migranti Bologna, crediamo che la lotta transnazionale rende più forte la nostra lotta a livello generale e locale. Sappiamo che non possiamo lottare contro il razzismo se non lottiamo contro il razzismo istituzionale.

Uno degli elementi chiave per quanto riguarda la vita delle e dei migranti e rifugiati nell’Unione Europea, e molti altri paesi del mondo è in effetti il permesso di soggiorno. Il permesso di soggiorno viene utilizzato come uno strumento politico da parte dei governi e dei capi per “subordinare” migranti e rifugiati e mantenerli invisibili. In Italia, come nell’UE, per richiedere un permesso di soggiorno, i migranti devono soddisfare requisiti specifici come un certo ammontare di stipendio e avere un contratto di lavoro. Un’altra opzione è il ricongiungimento familiare o per studio. Queste condizioni, richieste per il permesso di soggiorno, generano molti problemi nella vita dei migranti. Donne e uomini migranti che hanno lasciato il loro paese con la speranza di migliorare la loro vita sono “obbligati” ad accettare qualsiasi condizione disumana di lavoro e di vita nei paesi di arrivo. Le condizioni disumane in cui migranti e rifugiati sono costretti a vivere sono una diretta conseguenza delle condizioni del permesso di soggiorno. In accordo con i governi, i datori di lavoro cercano di mantenere bassi gli stipendi utilizzando le condizioni del permesso di soggiorno come strumento di ricatto, convinti che migranti e rifugiati accetteranno di tutto pur non perdere il loro permesso di soggiorno e rischiare l’espulsione.

Le donne e i bambini devo spesso richiedere un permesso di soggiorno per ricongiungimento familiare. Le persone che sono sposate con un cittadino europeo o con una persona con un status d’immigrazione regolare hanno più probabilità di ottenere un permesso di soggiorno per ricongiungimento familiare, con una durata superiore a quella del permesso di soggiorno per lavoro. Inoltre, le donne migranti, come quelle non migranti, guadagnano meno degli uomini, il che rende il ricongiungimento familiare l’unica opzione possibile per ottenere un permesso di soggiorno. L’emergenza Covid-19 ha reso più evidente il fatto che le donne ricevono salari più bassi e che lavorano di più a casa. La chiusura di scuole, asili e campi estivi ha significato per molte madri dover abbandonare il lavoro retribuito, proprio a causa della disparità nei salari tra uomini e donne. Tutto ciò rafforza la divisione sessuale del lavoro, che significa che il lavoro domestico e l’assistenza sono ancora prevalentemente svolti da donne, in special modo donne migranti.

Di conseguenza, la maggior parte delle donne migranti sono costrette a rimanere a casa, e la loro permanenza nel paese d’arrivo diventa così dipendente dal permesso di soggiorno o dalla cittadinanza del partner. Questa dipendenza diventa molto problematica nei casi di violenza maschile. In questi casi, diventa molto più difficile per le donne chiudere la relazione violenta o denunciare il partner. Il permesso di soggiorno per ricongiungimento familiare è la “perfetta” dimostrazione di come i diversi sistemi di oppressione lavorino insieme. Il razzismo istituzionale si aggiunge alla violenza patriarcale che rende le donne migranti più soggette degli uomini alla subordinazione, all’invisibilità, al silenzio.

Le donne e gli uomini migranti hanno continuato a svolgere i lavori essenziali in Italia come nel resto d’Europa quando il mondo intero era bloccato. A questo proposito, l’emergenza Covid-19 ha mostrato l’ipocrisia dei governi europei nei confronti delle migrazioni e delle frontiere. Ha anche mostrato che le loro vite sono considerate “sacrificabili” perché mentre facevano tutto il lavoro essenziale, le loro vite non sono state considerate abbastanza essenziali per essere protette con le misure anti-covid o gli aiuti di Stato forniti ai cittadini. Gli unici servizi e misure forniti alle migranti dai governi erano direttamente proporzionali ai margini di profitto del datore di lavoro. La pandemia ha sospeso la vita durante la quarantena; per donne e uomini migranti e richiedenti asilo non era una novità. Sono stati invisibilizzati e hanno vissuto ai margini, anche se la loro forza lavoro è fondamentale per i paesi europei. Alcuni governi europei hanno firmato accordi bilaterali con i paesi dell’Europa orientale per aprire le loro frontiere “normalmente” chiuse ai lavoratori e alle lavoratrici migranti. Alcuni paesi europei hanno “regolarizzato” tramite permessi di soggiorno limitati per assumere braccianti stagionali e collaboratrici domestiche. In Italia la regolarizzazione è stata un fallimento totale a causa di i criteri di ammissibilità altamente restrittivi.

Per queste ragioni, Coordinamento Migranti sostiene la rivendicazione di TMC di un permesso di soggiorno europeo incondizionato e illimitato, indipendente dal salario, dall’occupazione e dalla famiglia per tutte e tutti i migranti e richiedenti asilo. Queste condizioni imposte dai governi non sono altro che catene per limitare la libertà delle donne e degli uomini migranti. Un permesso di soggiorno incondizionato e illimitato ci aiuterà a rompere queste catene e impedirà a governi e datori di lavoro di utilizzarlo come strumento per ricattare i migranti. L’obiettivo del permesso di soggiorno come strumento politico è mantenere basso il valore della forza lavoro in generale, ecco perché non riguarda solo migranti e i rifugiati, ma anche il resto delle società, per questo deve essere combattuto da tutte e tutti!

One comment

  1. Grazie mille ragazzi
    Bravi per la lotta
    Marcia pacifica per il permesso di soggiorno a tutti ????

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