Voci di donne transnazionali. Prima assemblea pubblica di E.A.S.T.

Pubblichiamo il video e la traduzione italiana dell’intervento di Marie Diakhate, compagna dell’Assemblea delle donne del Coordinamento Migranti, durante la prima assemblea pubblica del network E.A.S.T. (Essential Autonomous Struggles Transnational). L’assemblea ha visto la partecipazione di oltre settanta persone collegate su Zoom, provenienti da decine di paesi dell’Europa orientale e centrale, ma anche da Georgia, Turchia, Gran Bretagna, Italia, Stati Uniti. Almeno altrettante erano collegate allo streaming, e il video dell’assemblea in poche ore ha già raggiunto le 5000 visualizzazioni.

Da prospettive diverse, tutte hanno osservato come il patriarcato e il razzismo insieme producono le condizioni per lo sfruttamento di quei lavori che nella pandemia sono stati definiti “essenziali”, e che è sempre più urgente connettere le forze e organizzarsi, a partire dalla forza della propria storia. Affinché ogni donna che sta combattendo contro la violenza, il razzismo e lo sfruttamento, resi più intensi dalla pandemia, possa trovare la voce e la forza collettiva per ribellarsi. Per costruire questo spazio è necessaria una comunicazione in ogni luogo e attraverso i confini: dobbiamo farlo noi!

 

 

Sono Marie. Sono senegalese ma sono vissuta in Italia per la maggior parte della mia vita, ho la cittadinanza italiana e solo negli ultimi tempi ho iniziato a fare politica. Ho sempre avuto l’impressione che ci fosse qualcosa di sbagliato nella mia vita, ma era molto difficile mettere in luce quale fosse il problema. Solo recentemente mi sono resa conto che la causa era il colore della mia pelle, il razzismo, il fatto che sono una donna e che sono musulmana. Faccio parte dell’Assemblea delle donne migranti di Bologna. Il nostro gruppo sta provando a creare lo spazio e le condizioni sicure per le donne che lottano sui loro posti di lavoro o nelle loro case in quanto migranti o anche solo in quanto donne (ci sono molte donne italiane nel nostro gruppo). Ciò che ho imparato da questa assemblea è che molte donne vivono in condizioni di cui non vogliono parlare o sono così dentro le loro situazioni complesse che non si rendono conto di essere vittime dei loro mariti, ma molte donne del nostro gruppo hanno trovato la forza nei numeri, nella grande partecipazione, e si sono sentite talmente protette che hanno deciso di parlare.

Abbiamo fatto molte manifestazioni e proteste nelle piazze del centro di Bologna, dove ciascuno di noi ha preso il microfono e semplicemente parlando delle nostre esperienze abbiamo realizzato che le nostre storie sono la nostra forza, che ciò che abbiamo vissuto è qualcosa che noi conosciamo bene, ma molte altre persone hanno avuto esperienze simili senza sapere come affrontarle. Questo processo però ci ha portato ad abbattere i nostri blocchi, a parlare, a cercare di raggiungere quante più persone possibili. Io sono nuova per cui non credo di poter indicare la linea rispetto agli scioperi e alla coordinazione dei nostri sforzi, ma voglio veramente sottolineare l’importanza di questa connessione di forze di noi donne per lavorare insieme e mostrare quali sono i problemi cui facciamo fronte in ciascuno dei nostri paesi. È importante diffondere le nostre esperienze, il modo in cui vorremmo cambiarle, perché vorremmo cambiarle e perché alcune cose accadono a noi e non ad altri. Dobbiamo raggiungere quante più persone possibili, il mio obbiettivo in questo momento è proprio raggiungere donne o persone sensibili alla nostra causa in modo da spingerla a discutere con noi, a trovare la forza per parlare e alzare insieme la voce. C’è un enorme potere nelle esperienze che facciamo nelle nostre vite.

Mia madre lavora in un ospedale, dove fa le pulizie. Abbiamo parlato di lavoratrici essenziali, ma nessuno si è preoccupato del fatto di far avere loro dispositivi di sicurezza con il Covid: non avevano mascherine all’inizio, ma erano costrette ad andare a lavoro. Non se ne parla abbastanza. Dobbiamo farlo noi!

 

Qui il video integrale dell’assemblea, qui il gruppo Facebook di E.A.S.T. Per contattare direttamente il network, scrivi una mail a: essentialstruggles@gmail.com

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