Contro le briciole dell’accoglienza. Pocket money e permessi al centro Mattei

di ASSEMBLEA DEI MIGRANTI DEL MATTEI

 

Dopo la conferenza stampa di venerdì mattina ci era stato promesso che nella giornata di ieri, lunedì, ci sarebbero stati finalmente consegnati i pocket money. Sono i primi frutti della nostra mobilitazione, ma i problemi sono tutt’altro che risolti. Molti di noi infatti hanno ricevuto decine di euro in meno rispetto a quanto ci spetta. L’accordo di accoglienza prevede che, se firmiamo tutti i giorni la presenza, dopo 30 giorni abbiamo diritto a 75 euro, ma ieri mattina molti di noi ne hanno ricevuti poco più di 20, perché ci sono stati corrisposti soltanto i giorni di permanenza del mese di settembre. Ma per quale motivo i soldi che ci spettano per settembre ci vengono dati a fine ottobre? Ci siamo lamentati con gli operatori e loro di tutta risposta hanno chiamato la polizia, che ci ha aggredito urlandoci in faccia con violenza che quello era tutto quello che dovevamo avere. Per noi tutto questo è inaccettabile, così come è inaccettabile che i nostri compagni trasferiti di recente a Ferrara, Modena, Ravenna, Piacenza, Rimini, Forlì e Parma non abbiano ancora ricevuto neanche questa miseria. Non ci azzittirete con le briciole e non ci dividerete in una lotta che l’Assemblea dei migranti del Mattei ha iniziato insieme e continuerà insieme.

Da qualche giorno, inoltre, la Questura ha iniziato a chiamarci per prendere le impronte e avviare le pratiche per la richiesta di asilo, e sappiamo che ha iniziato a farlo perché ci siamo mobilitati e abbiamo alzato la voce. Ma è allo stesso modo inammissibile che, a Bologna, ci vogliano fino a quattro mesi prima che ci sia rilasciato il permesso provvisorio con il quale possiamo lavorare e accedere alla sanità. Perché adesso l’unico documento che la Questura ci dà è quello che dice che veniamo da un paese secondo loro sicuro, senza ascoltare le nostre storie di oppressione, di sfruttamento ma anche di lotta per avere la nostra libertà? Perché la Questura vuole condannarci al diniego e alla clandestinità?

La cooperativa, la Questura e la Prefettura devono smetterla con questo atteggiamento ostile e razzista contro di noi. I soldi del pocket money sono gli unici soldi che abbiamo per poter fare qualcosa in autonomia, perché senza i documenti non possiamo lavorare. Sono tutto quello che abbiamo per una connessione internet, per comprare vestiti e scarpe ora che sta arrivando il freddo, per mangiare qualcosa che non sia il cibo scarso e scadente del centro. Vogliamo tutti i soldi che ci spettano. Ma vogliamo anche tutti i documenti che ci spettano. Non vogliamo dipendere da un’accoglienza povera e umiliante per noi, da un’accoglienza che ci vuole zitti, buoni e senza un soldo in tasca.

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