17 ottobre manifestazione transnazionale delle donne e uomini migranti: la libertà dentro e oltre i confini dell’Europa!

In risposta alla chiamata del Transnational Migrants Coordination, il 17 ottobre 2020 i collettivi di migranti, sans papiers e rifugiati manifesteranno in molte città europee, in Marocco e in Turchia per un permesso di soggiorno europeo senza condizioni. Anche a Bologna, come Coordinamento Migranti e Black Lives Matter Bologna, saremo in piazza Nettuno dalle ore 16 per gridare ad alta voce che in un’Europa sempre più chiusa e impaurita dalla pandemia non c’è libertà senza documenti: invitiamo donne e uomini migranti e italiani, collettivi e gruppi antirazzisti, a unirsi a noi per dare forza a una pretesa di libertà che non può più essere negata.

Il mondo si sta rivoltando contro il razzismo che sta nelle strade e nelle questure, al lavoro e nelle scuole. Il volto violento e quotidiano del razzismo non cambia con le proposte di modifica ai Regolamenti di Dublino che vogliono incentivare una gara di solidarietà tra Stati per rendere più efficienti rimpatri, detenzioni e blocchi delle partenze. Anche le modifiche alle leggi Salvini presentate nei giorni scorsi dal governo italiano non cambiano quella realtà di razzismo e sfruttamento che non lascia alternativa tra morire in mare o vivere costantemente sotto ricatto. La reintroduzione del permesso di “soggiorno speciale” non eviterà ai migranti la trappola del ricatto di un permesso per lavoro stabilito dalla Bossi-Fini. La riduzione di un anno dei tempi per ottenere la cittadinanza serve soltanto a ricordare a chi è nato e cresciuto in Italia che del razzismo non ci si libera con facilità.

Gli effetti di queste leggi si sono aggravati con la pandemia. A Bologna, dopo la scadenza della proroga concessa per il rinnovo dei permessi di soggiorno, gli appuntamenti con la Questura sono diventati sempre più difficili da fissare. I tribunali sono ripartiti a rilento e i tempi dei ricorsi si sono ulteriormente allungati. Per migranti e richiedenti asilo tutto questo significa restare mesi in sospeso, senza documenti, costretti a rimanere più tempo nell’accoglienza e in centri come il Mattei, dove, nonostante si continui a vivere ammassati con alto rischio di contagio, continuano ad arrivare nuovi ospiti. Significa essere costretti ad accettare qualsiasi condizione di lavoro, come accade nei magazzini della logistica dell’Interporto e in molte fabbriche dell’Emilia-Romagna, con contratti a chiamata oppure con tirocini e apprendistato pagati pochissimo. Per le donne il cui permesso dipende dai ricongiungimenti familiari il blocco degli appuntamenti rischia di renderle clandestine a casa loro.

Questa situazione è il risultato delle leggi che legano la permanenza dei migranti al lavoro, al reddito, ai ricongiungimenti familiari e all’arbitrio delle istituzioni, in Italia come in Europa. Per questo una mobilitazione transnazionale è l’unico modo per dare maggior forza alle lotte di migranti, richiedenti asilo e seconde generazioni che negli ultimi mesi anche a Bologna hanno rivendicato la libertà di muoversi e restare contro chi dentro e fuori le istituzioni espone le nostre vite al razzismo, alla violenza e al ricatto. Per questo il 17 ottobre ci uniremo alle manifestazioni che in Europa, in Marocco e in Turchia rivendicheranno un permesso di soggiorno senza condizioni. E da Bologna chiederemo alla Questura e alla Prefettura che tutti i permessi bloccati siano immediatamente rinnovati, che le domande d’asilo e i ricorsi fermi in tribunale siano accolti subito. Questo per noi è il primo passo per cancellare la Bossi-Fini perché non bastano le modifiche alle leggi Salvini.

 

Info & adesioni:

Email: transmigrcoordination@gmail.com / Facebook: Transnational Migrants Coordination

 

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